Descrizione
Muovendo dalla circostanziata biografia di Filippo Baldinucci, che del pittore descrive, accanto all’indole collerica, il brio, l’inventiva, la «tenace fantasia», Riccardo Spinelli riprende il discorso, frammentario e troppo a lungo interrotto, sulla carriera di Fabrizio Boschi per tracciarne, intero, lo sviluppo nel saggio introduttivo (“Note sul percorso figurativo di Fabrizio Boschi, 1572-1642”) e nelle schede delle opere esposte in mostra.
Ai lavori più significativi dell’ultimo decennio del Cinquecento – la Raccolta della manna delle Gallerie Fiorentine, la Santa Chiara che prende il velo da san Francesco, proveniente dal Musée des Beaux-Arts di Caen – si affiancano opere già celebrate dalla critica, dalla pala raffigurante l’arresto dei santi Pietro e Paolo dipinta da Fabrizio per la Certosa del Galluzzo, oggi al Cenacolo di San Salvi (1606), alla Visione di san Bernardo di Chiaravalle di San Frediano in Cestello (1630-1631), presente in mostra insieme al rame preparatorio, passando per dipinti di grande qualità scenografica come il San Pietro che libera un’ossessa della chiesa di San Pietro in Jerusalem a San Gersolè (1619-1620 circa) o la Castità di Susanna conservata nel Palazzo della Provincia di Siena (1620) e per importanti prove grafiche, tra le quali spicca un magnifico disegno in collezione privata a Vienna propedeutico alla tela, prestata dal Musée d’Art et d’Histoire di Chambéry (1627-1630 circa), con Erodiade che presenta a Salomè la testa del Battista.