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Navicula Petri. L’ arte dei papi nel Cinquecento 1527-1571.

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COD: 9788842090526 Categoria:
Peso1,50 kg
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Data di pubblicazione

Roma-Bari, Laterza, 2009. Cm. 21×15, pp. 398, tavv. 59 a col. e ill. 66 in nero f. t., tela e sovrac.

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Descrizione

Inaugurata nel 1517 dalle 95 tesi di Lutero, la Riforma protestante segna la crisi più grave mai fronteggiata dalla Chiesa. L’atroce sacco di Roma del 1527 è un evento epocale denso di suggestioni profetiche ed escatologiche, che costringe la sede apostolica a imboccare strade nuove sia per arginare le dilaganti eresie sia per avviare una politica di riforme che contrasti il profondo discredito in cui l’istituzione ecclesiastica è precipitata. È allora che si apre la lunga e tormentata stagione del Tridentino che nell’arco di quarant’anni, e non senza aspri conflitti interni, approderà infine agli esiti controriformisti e al trionfo dell’Inquisizione. Metafora della Chiesa, della sua missione salvifica ma anche della bufera di quegli anni è la Navicula Petri, la barca di Pietro che Cristo aveva salvato dalla tempesta. Specchio di questa complessa parabola storica, le opere d’arte commissionate dai pontefici di quei decenni – dipinti, sculture, medaglie ma anche strumenti liturgici e monumenti funebri – offrono un’affascinante testimonianza visiva del modo in cui cambia la percezione che la Chiesa ha di se stessa. Via via adattate al variare delle circostanze, dei modelli culturali e dei rapporti di forza, le rappresentazioni del potere non sono soltanto immobili icone destinate a celebrare i fasti della memoria, ma anche strumenti del suo esercizio, veicoli di messaggi ideologici di grande impatto. Dalla sala di Costantino al Giudizio sistino, agli affreschi di Michelangelo nella cappella Paolina, dalla decorazione di Castel Sant’Angelo a quelle di palazzo Farnese e della Cancelleria, da villa Giulia al casino di Pio IV, il volume indaga l’identità storica e religiosa del papato romano in un’età di trasformazioni profonde, fino al pontificato di Pio V.

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